Diventerà operativa nel Golfo di Aden nel marzo 2012 la prima flotta militare privata della storia recente incaricata di proteggere le navi mercantili in transito da e per il Mar Rosso nei tre o quattro giorni di traversata dell’area più esposta al mondo alle incursioni dei pirati. A gestire questa flotta di contractors la società britannica Convoy Escort Programme Ltd. sostenuta e finanziata dai grandi assicuratori marittimi Jardine Lloyd Thompson Group Plc di Londra Inizialmente verranno basate a Gibuti sette motovedette acquistate dalla Marina svedese, ognuna con a bordo un team di 8 tra marinai e guardie armate, tutti ex Royal Navy e Royal Marines britannici
Angus Campbell, amministratore delegato della società, ha dichiarato che “ogni nave che vorrà usufruire del servizio di scorta spenderà 30 mila dollari per entrare nei convogli scortati composti da quattro mercantili”. Un giro d’affari di tutto rilievo considerato che in quella zona transitano 35 mila cargo all’anno diretti o provenienti da Suez ma una cifra ragionevole tenuto conto delle polizze assicurative milionarie contro il rischio pirateria. La costituzione della flotta privata ha richiesto finora investimenti per 30 milioni di dollari necessari ad organizzare la società, acquisire le prime motovedette e arruolare il personale ma le previsioni di sviluppo del giro d’affari hanno già indotto la Convoy Escort Programme Ltd a mettere in cantiere l’acquisto di altre 11 imbarcazioni
Il progetto è stato varato un anno fa ma ha subito ritardi a causa del veto statunitense all’iscrizione delle motovedette della flotta privata nel registro navale delle Isole Marshall. Recentemente invece Cipro ha accettato l’iscrizione delle unità navali nel suo registro marittimo. I servizi della flotta privata risultano competitivi rispetto all’imbarco sui mercantili di militari o guardie armate. Una scorta di quattro uomini imbarcata per 10 o 12 giorni tra Suez e lo Sri Lanka costa tra i 20 mila e 55 mila dollari a seconda della professionalità ed esperienza del team
La flotta privata rischia quindi di soppiantare le flotte degli Stati che cercano di contrastare i pirati somali? Probabilmente si soprattutto perché a dispetto delle grandi e costose navi da guerra impiegate dalle marine militari le regole d’ingaggio imposte dagli Stati impediscono di uccidere i pirati o di distruggerne le basi sulla costa somala. Basti pensare che negli ultimi due anni sono stati catturati dalle navi da guerra internazionali oltre 1.500 pirati, quasi tutti rilasciati poche ore dopo perché nessuno si assume l’onere di processarli. Alcuni pirati sono già stati catturati e rilasciati almeno tre volte
fonte panorama.it
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