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martedì 4 ottobre 2011

Preoccupati per l'euro, Londra allenta il credito


«La spinta più forte per rilanciare l'economia inglese non posso annunciarla io perché non dipende da me». George Osborne si ferma un istante e aggiunge: «Arriverà dalla risoluzione della crisi dell'eurozona».

Ogni giorno da Londra si leva un appello, un richiamo, un incoraggiamento ai partner stretti nella guaina della divisa comune perché facciano un salto in avanti nell'integrazione, mettendo in sicurezza sé stessi e il Regno di Elisabetta. Domenica era stato il premier David Cameron ieri è stata la volta del Cancelliere dello Scacchiere. Fra loro s'è incuneato anche il pensiero cupo di un banchiere dei due mondi come Stephen King, chief economist del gigante anglo cinese Hsbc. «Il fallimento dell'euro scatenerebbe una nuova Grande Depressione».
In attesa che i partner agiscano Londra fa le barricate per rimettere in moto un'economia che l'Ocse ha indicato essere ferma un poco meno, ma non troppo, di quella italiana. E dà sfogo alla fantasia su innovativi strumenti monetari per affrancarsi dalla dipendenza dall'area euro racchiusa più che mai in un dato: il 40% dello scambio commerciale britannico avviene con il continente. E non solo, se è vero che lungo il braccio di mare che la divide dall'Irlanda corrono più manufatti e servizi made in Uk di quelli destinati a Brasile, Russia, Cina e India.
L'ansia per l'euro è giustificata e nemmeno manca, come accennato, la fantasia per immaginare nuovi mezzi capaci di accelerare l'uscita dalla crisi. George Osbone ieri al congresso del partito conservatore ha sfilato dal cilindro l'allentamento del credito. Si tratta di lasciar fare al Tesoro quanto le banche non fanno abbastanza: concedere finanziamenti alle imprese, quelle medio piccole prima di tutto. I dettagli mancano, ma l'ipotesi è che con il gettito di emissioni di bond siano comperate obbligazioni ad hoc emesse dalle società che cercano finanziamenti. In questo modo il Tesoro agirebbe da supplente rispetto alle banche che si sono impegnate a garantire linee di credito pari a 190 miliardi di sterline per il 2011. Troppo poco, secondo Osborne. Da qui l'idea di un nuovo stimolo che potrebbe anche essere coordinato - in forme ancora da definire - con la Banca d'Inghilterra. Un'altra ipotesi che veleggia da giorni lungo la linea Cancelliere-Governatore è l'istituzione di una banca con il solo mandato di finanziare le Pmi.
Le idee non mancano, ma per ora si rafforza una sola certezza. In attesa dell'allentamento del credito arriva l'allentamento quantitativo. Il comitato di politica monetaria della banca centrale sta progressivamente muovendo verso il sì a un nuovo round di quantitative easing, non meno di 50 miliardi, che potrebbe essere già deliberato nelle prossime settimane. Un altro po' di eccitante per un'economia inchiodata a sé stessa, ma pericolosamente minacciata da un'inflazione che galoppa verso il 5 per cento. Non c'è dubbio, anche Londra... ha bisogno dell'euro.
               fonte:  http://www.ilsole24ore.com 

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